venerdì 28 settembre 2012

SYD BARRETT was a dark!



Syd Barrett era un dark?


Proto-post-punk 
lo fu di certo



Consapevole che questa affermazione può apparire priva di senso, che ciò  che  è stato "proto-punk" non può essere anche "post-punk".

E che nel 1967, anno di nascita dell' acid pop ( o rock psichedelico )  codificato nel primo LP dei

 THE Pink Floyd 
 ( l'articolo venne eliminato successivamente ), THE PIPER AT THE GATES OF DAWN, mancavano esattamente dieci anni alla nascita del termine PUNK, in quel 1977 ormai assurto a icona, come l'A cerchiata o la svastica con i bracci piegati nel senso inverso.
Eppure se si osservano alcune foto, sopratutto quelle riemerse recentemente dagli archivi di Mick Rock, Syd appare un antesignano Robert Smith: capelli arruffati, occhi truccati di nero, sguardo malinconico.
Ma Syd era pazzo, o lo divenne, o volle sembrarlo finchè la chimica lo accontentò.
E questo avvenne dopo esser stato definito tale dal resto del mondo.
Barrett era  presenza-assenza, assumeva acidi, il chè lo rendeva ancor più imperscrutabile,ma con l'indole che lo caratterizzava non c'entrava nulla;l' lsd poteva enfatizzarla ma essa era radicata nella sua anima.


Ad esempio la canzone Golden Hair , inserita nell'album The Madcap Laughs, il disco solista che incise nel 1970, quindi successivamente all' essere estromesso dalla band a causa della totale e a detta degli altri irrecuperabile follia,venne scritta da Syd nel 1961, all'età di 15 anni,quando aveva appena comprato la sua prima chitarra elettrica e compose un'accompagnamento musicale a un testo tratto dalla Chamber Music ,

una raccolta di poesie giovanili di James Joyce.

Eppure solo a partire dal 1963 dagli Stati Uniti iniziò a diffondersi l'LSD.


"La canzone è stata definita da due critici del sito Ondarock come una delle più lucide e chiare di Barrett, nonostante, su altri versi, sia un'antesignana del movimento gothic rock"

                                                                                       ( da wikipedia),
...gli acidi non c'entravano nulla, la follia neanche,e seppur non si tratti di un testo scritto da Barrett questo era Barrett:

Golden Hair
Affacciati dalla tua finestra,capelli d'oro
Ti sentivo cantare nell'aria di mezzanotte

Il mio libro è chiuso,non leggo più

Osservando il fuoco danzare,sul pavimento

Ho perso il mio libro,ho perso la mia stanza

Poiché ti sentivo cantare attraverso le tenebre

Cantare,cantare,un'allegra melodia

Affacciati dalla tua finestra,capelli d'oro…

'


...ascoltando Golden Hair, immaginando un giovane chino su un libro, solo in una stanza con la sua chitarra,fogli scritti a mano sparsi ovunque... immaginarlo di qualche anno appena più grande di fronte a un pubblico rapito suonare come mai lo si era sentito fare da nessuno..e ancora..un piccolo salto in avanti...creatore di un nuovo genere...e in quel disinteresse verso la commercializzazione della propria arte ( nella quale forse incautamente troppo a nudo si è messa la propria anima),nel non voler interagire secondo regole prestabilite di sistema discografico...in tutto questo e in molto altro mi  pare di scorgere lo stesso mal di vivere che sarà di 
                                                                              IAN CURTIS.

La malattia priva di una vera e propria diagnosi ( Syd) o di una terapia precisa ( Ian), e per questo ancora più distruttiva, incontrollabile, ingestibile. Che si insinua nelle relazioni sentimentali;che compromette le session, gli incontri con produttori cannibali,le apparizzioni dal vivo, quelle televisive e i rapporti con gli altri componenti del gruppo.
E quest'ultimi proiettati verso un futuro di fama e successo,un successo raggiunto solo e esclusivamente grazie al genio di Ian/Syd .
Il genio che traspariva già nei primi singoli,che sfociava catartico sul palcoscenico nelle prime apparizzioni ,e che culminò con quell'unico disco, quello d'esordio, scritto interamente da colui che per tutto questo non provava il benchè minimo interesse.
Intento come era a combattere coi propri fantasmi.


Forse se Ian non si fosse suicidato sarebbe stato ugualmente messo da parte, seppur più dignitosamente, e i JOY DIVISION  sarebbero morti in ogni caso, mentre il nuovo ordine nasceva dalle sue ceneri.
Ma se Syd l'avesse fatto, e sarò cinico a dirlo ma forse doveva farlo, sicuramente non sarebbe stato dimenticato come invece è stato.

Non avrebbe vissuto nell'oblio per più di 30 anni, vedendo ciò che aveva creato assurgere a band più conosciuta al mondo sfruttando il nome da lui stesso inventato:
The Pink Floyd Sound
unione dei nomi di due bluesman da lui amati da adolescentePink Anderson e Floyd Council.

Sarebbe stato invece idolatrato e ricordato alla pari di

                                   Jimi Hendrix,

                                    Janis Joplin

                                    Kurt Kobain
 Jim Morrison
o  Freddy Mercury.

 

Syd interagiva poco col sistema attorno.Scriveva un brano poi ne cambiava il testo,la tonalità,scordava la chitarra,se ne andava.
Nelle foto che lo ritraggono assieme gli altri Pink Floyd lo si vede chiaramente,è un estraneo,nonostante sia leader della band è lui stesso a sentirsi estraneo.


 
  ricorda Waters 
Grazie al successo avuto con il secondo singolo See Emily Play/The Scarecrow, uscito qualche mese prima dell'album,il 16 giugno 1967, i Floyd entrarono ufficialmente nella Top of the Pops inglese: gli episodi che iniziarono a delineare la personalità irregolare di Barrett presero luogo di lì a poco. Quando venne invitato per la seconda settimana di seguito in studio, Syd si presentò in pigiama, mentre alla terza settimana  annunciò di non volere più partecipare alla trasmissione televisiva perché «se non lo faceva John Lennon, perché lui avrebbe dovuto?                                                                                                                                            
Forse era l'uso di L.S.D.
Forse la "malattia"( non ho trovato documentazioni che facciano riferimento anche solo al nome di tale malattia).
O forse semplicemente non gliene fregava nulla ,come disse spesso a chi gli stava attorno.
A Syd quello che interessava era il processo creativo di un brano,scriverne la melodia,cantarlo,registrarlo e magari anche dimenticarlo.




«Syd aumentava e diminuiva il volume di tutte le tracce, apparentemente senza alcuna regola. Non faceva nulla se non era fatto in maniera artistica. Voleva essere una sorta di Jackson Pollock della musica»
Pioniere dei light show.. poi non se interessò più per nulla.
Tutto quello che era al di fuori del procedimento creativo,tutto quello che comportava un impegno,un percoso obbligato,gli era del tutto inconcepibile.
Durante i primissimi concerti della band, Barrett era in grado di ipnotizzare il pubblico :
«Syd Barrett faceva un incredibile lavoro sul palco. Era estremamente poetico e potevi quasi dire che prendeva vita in quegli spettacoli di luce, "light shows": una creatura dell'immaginazione. I suoi movimenti parevano orchestrati per armonizzarsi con le luci e sembrava un'estensione naturale, l'elemento umano, di quelle immagini liquide»
 


                                                                                          Pete Brown



Syd Barrett, leader of British psychedelic rock group Pink Floyd, during rehearsals for their first concept performance, at the Queen Elizabeth Hall in London, 12th May 1967. The show's title song 'Games for May' later became their second single 'See Emily Play'. (Photo by Nick Hale/Hulton Archive/Getty Images) photograph single songwriter psychedelic progressive rock guitarist experimental avant garde pop singer black & white format landscape diry 15397 British English Britain Europe England Nick Hale Music Personality male playing an instrument HALE 67 015 35 JN1668 stage lighting Hulton Archive
I video dell'epoca documentano piuttosto bene l'aspetto psichedelico,estraniante,onirico e lisergico che traspariva dalle esibizioni dei THE Pink Floyd.
Syd aveva creato qualcosa di talmente grandioso che probabilmente non se ne rese neanche conto,perso nei suoi interminabili silenzi.
Una decina di brani incisi su 45 giri a tiratura limitata,anzi più che limitata considerando che Syd stesso si ritrovò a disegnare il packing del vinile...
                                 e
 con la pubblicazione di 

                                         THE PIPER AT THE GATES OF DAWN 
                                                                                                         aveva già  inventato un genere
 in grado di influenzare altri artisti contemporanei.

 




come David Bowie ad esempio.
nonostante il vinile d'esordio finì sugli scaffali dei negozi assieme a quello dei PINK FLOYD!

La differenza era che Barrett aveva già raggiunto quello che evidentemente lui stesso considerava lo zenit assoluto
 ( similmente a Curtis?),
mentre il futuro spaceman doveva ancora affinare il proprio stile..

Syd era pronto a risalire sulla sua navicella spaziale  tre anni prima  dello sbarco di Ziggy Stardust e i suoi ragni marziani.

Ennesima beffa per Barrett: alla storia passò Bowie come primo ad arrivare da Marte per raccontarci di viaggi spaziali.

In pochi sappiamo che SYD lo aveva precededuto.  Ai giornalisti che chiedevano del nome PINK FLOYD lui rispondeva che gli venne suggerito dagli alieni.
 Chissà,
forse altro non era che il fratellastro oscuro di Ziggy, la sua
                                                                           nemesi  

( "Giove e Saturno Oberon là in corsa e Titania, Nettuno,Titano, le stelle possono terrorizzare"

 cantava in Astronomy domine) 


fatto sta che in questo mondo a lui ostile,incapace di mutare ed adeguarsi come fece invece il suo successore,Syd non venne mai compreso e,abbandonato sulla terra,non gli rimase altro che rifugiarsi in se stesso.



"Esplorammo i cieli con occhi di arcobaleno e vedemmo macchine di ogni forma e dimensione

Parlammo con alti Venusiani che passavano
E Peter cercò di salire a bordo ma il Capitano scosse la testa
E se ne volarono via"
  
Memory of a Free Festival
DAVID BOWIE - 1970

Peter/Syd cercò di risalire...ma loro volarono via...lasciandolo qui...
 
Mi viene in mente il film K-Paz: sarebbe bello poter pensare che Syd vi sia tornato...
 Quando nel 1968 usci "A sacerful of secrets" fu subito chiaro: il sacerdote non aveva più segreti da custodire...alla fine dell'ascolto finiva  un era, l'era psichedelica dei Pink Floyd.
Un solo disco,ma una quantità enorme di singoli e versioni alternative di brani che potevano raggiungere anche i dieci o 
quindici minuti di lunghezza...
Ma in questo secondo lp un solo brano portava la firma di Syd:

 Jugband Blues
è  un triste addio ,da parte di Barrett, ai Pink Floyd.
...quando iniziarono le sessioni di registrazione Syd non riuscì a parteciparvi, per colpa del suo stato di (apparente) alienazione.
Barrett volle una banda dell'ESERCITO DELLA SALVEZZA per registrare il pezzo.
 Quando fu portata in studio, disse loro "potete suonare quello che volete", senza nessun nesso con la musica eseguita dal gruppo.
Potrebbe questo elemento supportare la tesi della lucida consapevolezza di Syd riguardo il suo precario stato mentale?Come se ci stesse dicendo: ok,nulla c'entra con nulla...4 diverse canzoni senza un continium musicale ..e questo ha importanza?non è forse vero che vi piace lo stesso da matti?

 ascoltando il testo non si può pensare che Syd fosse davvero perduto in un mondo alienato...
non so se lasciò che esso lo inghiottisse,o se in esso si rifugiò,o se tristemente si aspettò qualcosa,un aiuto che non arrivò... 

È molto cortese da parte vostra pensarmi qui
E vi sono molto obbligato per aver chiarito
che io non sono qui

Ed io non sapevo che la stanza potesse essere così grande
E non sapevo che la stanza potesse essere così triste

E vi sono grato per aver gettato via le mie vecchie scarpe
Ed avermi portato qui invece vestito di rosso
E mi chiedo chi stia scrivendo questa canzone
Non mi importa se il sole non splende
E non m'importa se nulla è mio
E non m'importa se sono nervoso con te
Amerò d'inverno
Ed il mare non è verde
Ed io amo la regina

E cos'è esattamente un sogno?
E cos'è esattamente uno scherzo?




Jugband Blues non è la cosa migliore scritta da BARRETT ,neppure quella per cui sarà ricordato,ma nell'essere il suo unico brano presente nell'album e  nel suo essere il brano di chiusura a decretare  definitivamente la fine, questa ennesima canzoncina strampalata assurge a mio parere a testamento artistico di un genio.
non solo...
Evidenzia come tutti i brani che l'hanno preceduta,sia quelli scritti da Waters che quelli di Wright,seppur ben fatti,altro non sono che brani  di derivazione, composti alla maniera di Barrett,con l'intento di suonare alla maniera di Barrett,senza mai riuscirci del tutto,nemmeno quando fù lo stesso Syd a suonare la chitarra alla sua inconfondibile maniera.

Ma proprio in relazione a tutto ciò non credo di sbagliare affermando che A Sacerful of Secrets è a tutti gli effetti un album dei
 The Pink Floyd


e non dei Pink Floyd,
così come lo sarà, anche se di Syd non ci sarà già più traccia il successivo 
"Ummagumma".
Dopo di esso, non potendo riciclare il materiale di Barrett all'infinito i reduci Pink Floyd non tenteranno neppure più a comporre qualcosa che suoni psichedelico.
Certo,ci marceranno sopra a quell'essere idolatrati come band lisergica per eccellenza ma di fatto non faranno altro che comporre ottimi dischi di rock progressivo.
FASTOSO,MAESTOSO.
TECNICO,IPERPRODOTTO,
PRESUNTUOSO
FINTAMENTE INTELLETTUALOIDE
FINTAMENTE ANTICONFORMISTA
Si,Si...il muro...bella metafora....
si,si il maiale,le pecore e il cane...si si Orwell l'avevano studiato...

Chiameranno un orchestra a fare il lavoro che Syd avrebbe fatto
                                           con una chitarra elettrica 
 per di più scordata...

e proprio l'odio nei confronti di Waters & Co. sarà determinante nella nascita di qualcosa che sovvertirà ogni regola:
il PUNK

e non è forse vero che già questo Blues dell'orchestrina suona un pò punk?
o se me lo concedete post punk...

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